La
Mia Visione
La cosa più importante tuttavia è il vigneto, ciò che da la visione e la continuità, ed ecco perché la comprensione ed il rispetto per il territorio sono l’attributo più importante per chi vuole fare questo mestiere.
Il vino infatti deve essere testimone delle sue origini e della connessione con il suo terroir che è la somma del clima, del suolo, della gente e della cultura di un paese.
Le uve hanno personalità uniche e ognuna deve essere interpretata in modo diverso. Il mio compito è quello di rovinare il meno possibile la materia prima che la natura mi da, portando in bottiglia la maggior percentuale del potenziale di frutta.
Conoscere, valorizzare e saper aspettare, questo è il mio mantra.
La semplice attenzione ai dettagli è altrettanto fondamentale, perché ogni annata, sono le minuscole cose a fare la differenza tra un buon vino ed un grande vino.


I frutti del
mio lavoro
Lavorare su materie prime di eccellenza, in territori naturalmente vocati alla viticoltura mi ha permesso di realizzare vini importanti, come il Sagrantino di Montefalco 25 anni di Caprai, il Brunello di Montalcino di Salvioni.
Il mio Brunello di Montalcino Riserva Madonna del Piano, dal 2001, è stato premiato diverse volte con 100/100, così come la Ricolma di San Giusto a Rentennano ed il Cru Montosoli di Valdicava, che sin dalla sua prima uscita, nel 2015, si è visto assegnare questo importante riconoscimento.
Tuttavia, dopo tanti anni di professione, più che ottenere un ottimo punteggio, ciò che ancora mi emoziona, soprattutto quando mi trova in un ristorante all’estero, è veder ordinare uno dei miei vini.

